La caldaia a cippato è un tipo di caldaia a biomassa che utilizza un combustibile ligneo, il cippato, costituito da legno vergine ridotto in piccolissime scaglie.
La tecnologia delle caldaie a cippato ha compiuto passi da gigante a partire dagli anni ’80, quando questo tipo di caldaie avevano un rendimento dell’ordine del 50-60%, mentre oggi raggiungono il 90% per cui hanno prestazioni comparabili con le comuni caldaie a gas.
Il cippato si ottiene utilizzando appositi attrezzi agricoli detti cippatrici che lavorano e trasformano gli scarti delle lavorazioni agricole, come residui di potatura o di pulizia di boschi, scarti dell’industria agro-alimentare, tipo lolla del riso, sansa della spremitura delle olive, noccioli e/o gusci di frutta, ecc.
Trattandosi di una biomassa, è chiaro che stiamo parlando di una fonte di energia economica e rinnovabile, perché l’utilizzo degli scarti dell’agricoltura costituisce il presupposto per la ricrescita delle specie vegetali. Il suo utilizzo, poi, non produce gas nocivi per l’atmosfera, perché la quantità di anidride carbonica che si genera durante la combustione è pari alla quantità che le piante hanno assorbito con il processo di fotosintesi clorofilliana, per cui il bilancio complessivo è nullo.
Inoltre il cippato, per le sue ridotte dimensioni, è di facile trasporto e non crea certamente quei problemi di pericolosità che possono essere connessi al trasporto di combustibili liquidi e gassosi.
Oltre a produrre meno emissioni inquinanti e una minore quantità di cenere, queste caldaie hanno anche il vantaggio di essere completamente automatiche